L’ipotesi elettoralistica

Drammatica condizione del Paese

I convenevoli con il presidente del Fondo Monetario Internazionale, Cristine Lagarde, non modificano il fondo della questione. A marzo Bruxelles valuterà in via definitiva se la manovra finanziaria italiana rispetta o meno le regole di bilancio Ue. Tutto il resto conta poco. Magari le elezioni in Grecia provocano un tale shock che l’Europa si disfa, oppure la Francia torna ai ferri corti con la Germania, o chissà cosa, ma intanto la posizione già comunicata dalla Commissione europea è quella del presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Djisselbloem: "Occorre che Italia, Francia e Belgio facciano tutto il possibile per colmare ciò che manca" rispettando le regole del patto di stabilità. E ignoriamo pure le docce fredde di Angela Merkel per cui le riforme adottate in Italia e Francia sarebbero già state dichiarate "insufficienti", perché questa è solo una strategia che poi il suo ministro Schauble si precipita a completare lodando le nuove riforme intraprese. Il problema è che il mondo cristiano Democratico tedesco resta favorevole alla linea del rigore in Europa e non ci sarà modo di scrostarlo. Per cui anche se non osiamo pensare a cosa potrebbe succedere nel caso in cui a marzo il governo italiano si trovi impegnato in una campagna elettorale, un’ipotesi del genere è da mettersi in conto soprattutto dopo che alla Commissione affari costituzionali la maggioranza è andata sotto di un voto. Renzi si trova davanti ad una difficoltà vera, non solo sul piano dei rapporti europei, ma interna alla vita parlamentare. Né può essere utile al premier lo scandalo romano, visto che questo potrebbe produrre e in parte già l’ha prodotta, una serie di fibrillazioni del suo partito che non aiuterebbero la macchina elettorale. Andare alle urne con la magistratura in casa propria non è mai una soluzione consigliabile. Per questo, se da una parte, l’opposizione non sembra in grande salute, tranne forse la Lega che comunque non arriva oltre il dodici per cento, il partito di maggioranza farebbe bene ad aspettare si concludano i chiari di luna giudiziari. La mancanza di un’intesa sulla legge elettorale, la fine del patto del Nazareno, non si supera con le minacce di ritorno al mattarellum. Il mattarellum, ammesso che possa venir varato,rappresenta un rischio anche per Renzi, e non impedisce di per sé delle Camere nuovamente ingovernabili. Può darsi poi che Renzi riesca a sostituire in corsa il sostegno di Forza Italia con i fuoriusciti di Grillo, oltre a quelli del Pdl saldamente organici alla maggioranza. Non si tratterebbe di una novità sul piano della tecnica parlamentare, ma sotto il profilo squisitamente politico, il risultato è tutt’altro che eccezionale: il campione della rottamazione ridotto ad appoggiarsi ai rottami di altri partiti. Questa è la drammatica condizione del paese a vent’anni da miracoli annunciati come il sistema bipolare maggioritario, la stabilità di governo e dulcis in fundus la lotta alla corruzione.

Roma, 11 dicembre 2014